La teoria autocentrica


Ho letto di recente un bel libro, non molto lungo, semplice e scorrevole nei contenuti, scritto da un autore, Franco Campegiani, che è un poeta filosofo.

La tesi che Campegiani sostiene nel suo libro è che l'arte abbia un fortissimo potere creativo, e che questo potere debba essere esplicitato in libertà, e senza censure, per guarire dalla patologia del nostro tempo, in cui siamo tutti isolati, soli, depressi.

La teoria autocentrica parte dalla considerazione del sé individuale che è sempre un luogo di relazione, mai di affermazione autarchica o di soggezione passiva.

Nell'opera d'arte, inoltre, vi è, riprodotto in nuce, il grande potere della creazione, che mira ad obiettivare lo spirito del mondo, guida e sostegno contro il razionalismo dogmatico e la follìa del nostro tempo.

Lo spirito rappresenta la radice delle cose, e di tutta la realtà, che viene intuita dal genio, quando attraverso il potere creativo egli si avvicina alla sorgente più intima e vera di tutte le cose, che è Dio.

L'arte, che è bellezza autentica, salva dallo smarrimento e dal fanatismo. Essa è possibilità di relazione con il mondo, con l'altro, e con Dio stesso, nella sua manifestazione più alta e pura.

Quando siamo in contatto con la sorgente della verità si dissolve ogni smarrimento, ogni paura, ogni angoscia esistenziale. E la vita appare illuminata e chiara come una bella giornata di sole, in cui noi siamo uno dei molteplici bagliori di luce che danno un senso al mondo.


Sono queste le basi filosofiche del lavoro dell'artista, in senso lato, e di tutta l'arteterapia.

(Pianeta Cultura, giugno 2019)

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