Significato e simboli dell'Epifania


Ieri abbiamo festeggiato l’Epifania che, come vuole il detto, tutte le feste porta via. In effetti, però, quella che è chiamata volgarmente la Befana, vanta una tradizione, anche religiosa, molto importante. La festa cattolica, difatti, celebra l’arrivo dei re Magi alla grotta di Betlemme. Antichi saggi orientali, cercatori di verità, si mettono in cammino guidati dalla luce di una stella, la cometa, che brilla in alto nel cielo, indicando loro il percorso. Il folklore vuole, poi, che ad un certo punto, temendo di aver smarrito la strada, e desiderosi di arrivare dal bambinello per portare i simboli della regalità in dono: oro, incenso e mirra, chiedano aiuto ad una vecchina, la befana. La strega apre loro la porta di casa, ma non crede subito alla nascita del Bambin Gesù, e li lascia proseguire da soli. Soltanto in un secondo momento, pentita per non aver creduto fino in fondo alle loro parole, si mette anche lei in cammino, sulle loro orme, portando con sé dolciumi e leccornie di ogni tipo. In memoria di questa antica leggenda, dunque, i bambini ricevono doni anche all’Epifania, per tradizione dalla Befana, la strega buona che insegue nel loro viaggio i re Magi, per recarsi alla grotta. Questa leggenda ha più di un motivo ispiratore. Il tema è certamente quello della ricerca della verità, compito arduo e faticoso, affidato anticamente ai maghi e alle streghe. La verità, appare nelle vesti di un bambino indifeso, tanto che Erode lo teme, perché pensa che voglia usurpargli il trono. In effetti, però, la verità è davvero come un bambino, che ha bisogno di cure e di devozione, e che va accudito e coltivato costantemente, perché cresca in buona salute. Coloro i quali cercano e trovano la verità diventano liberi e non si inchinano davanti ai re. Fa bene Erode a temere il bambino, perché sa che chi lo avrà trovato non vedrà più in lui la sua atavica regalità. Ma riconoscerà a quel Bambino, e a se stesso come uomo e figlio di Dio, il solo potere che rende liberi, e amati, davanti alla verità. Un altro tema importante della leggenda dei Re Magi e della befana è quello del viaggio, che è sempre un mettersi in cammino, alla ricerca. Nessuno può scoprire e conoscere restando nella propria zona di comfort. La ricerca presuppone un andare verso, un peregrinare, un vagare, a volte senza meta. La conoscenza è, anche metaforicamente, un viaggio, che apre le porte all’ignoto e al sapere del nuovo. Ecco perché la giornata dell’Epifania tutte le feste porta via. Se il tempo del Natale è quello della casa, della famiglia e degli affetti, il 6 gennaio ci invita a ricominciare il nuovo anno con grande predisposizione ad abbandonare quella casa, quella famiglia e quegli affetti, non per dimenticarcene, ma per poter tornare presso di loro, il prossimo anno, con nuove consapevolezze, nuovi saperi, nuove conoscenze e scoperte, che soltanto la ricerca, talvolta faticosa, e dimentica degli agi e delle comodità, può garantire all’umano. Nessun uomo può essere felice senza essersi adoperato fino in fondo in questa ricerca di verità e di vita. Senza avere scavato dentro di sé e intorno a sé, spinto dalla curiosità e dalla meraviglia di conoscere e di sapere ancora. L’incontro con il fuori di sé, con l’altro da sé che a volte è faticoso, rappresenta la motivazione più grande a crescere per diventare donne e uomini consapevoli e soddisfatti del proprio percorso esistenziale di vita. Perciò, buon anno a tutti. Che possa essere davvero un’occasione di scoperta e di crescita interiore, ma anche di cammino consapevole di se stessi e di quegli altri che, in un modo o nell’altro, ci accompagnano nel nostro percorso terreno.

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