Blocchi psichici
Ultimamente mi è spesso capitato di
confrontarmi con persone che, dopo aver fatto delle brutte esperienze, o
aver vissuto dei fallimenti professionali e sentimentali, sono rimaste
ferme al loro passato, riconoscendo la causa della loro condizione,
ovviamente infelice, in altri.
Un insuccesso professionale, o nella
stessa vita amorosa, viene sovente attribuito a relazioni sentimentali
che si sono chiuse male, e che hanno alimentato una storia di vissuti
fatta di sofferenza e di dolore.
Conseguenza di questa mancanza di
equilibrio emotivo è, in aggiunta, l’abbandono di un corso di studi o,
peggio, di un posto di lavoro; o l’incapacità a trovare un nuovo
partner, e l’instabilità affettiva che ne deriva.
Sicuramente un insuccesso sentimentale
scuote dal profondo chi ha vissuto la storia con intensità, credendoci,
investendo energie emotive e, in qualche caso, anche economiche.
La fine di un amore è sempre un lutto con cui bisogna fare i conti.
Ma se in età adulta non si può più
attribuire la “colpa” delle proprie scelte ai genitori, facendola
ricadere su di loro, a maggior ragione è assolutamente indebito poter
anche solo immaginare che qualcuno abbia evitato di fare determinate
cose nella vita per il fatto di essere stato tradito e abbandonato.
Le persone che tendono a colpevolizzare
l’altro sono ferme, bloccate nel passato, incapaci di andare avanti nel
presente, e meno che mai di immaginare un futuro possibile, che sia
realmente diverso da quanto è già stato, nelle loro vite.
Perché è necessario fermarsi a meditare
su ciò che è accaduto, anche per poter ripensare serenamente ai propri
errori. Ma nello spirito di chi vuole ripartire, per ricominciare, non
per continuare a guardarsi indietro con fare nostalgico.
Il passato è andato, non esiste più. E
chi si ferma, bloccato nell’immobilismo del ricordo, non vive il
presente, perdendo l’opportunità offerta dalla realtà del tempo storico.
Perciò bisogna smetterla di attribuire ad
altri la responsabilità dei propri insuccessi. E, soprattutto, è
necessario prendere le distanze fisiche ed emotive da chi ha l’abitudine
a colpevolizzare.
Non esiste peggior aguzzino di chi
rimprovera l’interlocutore per le proprie sofferenze, generando
l’inferno dell’infelicità per se stesso e per chiunque gli stia accanto.
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