Diritti e Doveri


In Italia si parla sempre di Diritti e mai di Doveri. In Italia si finge di ignorare o si ignora che ogni Diritto comporta un Dovere, che chi non compie il proprio dovere non merita alcun diritto. (Oriana Fallaci)
Ed è proprio così. Oriana aveva ragione. Anche se gli italiani fingono sempre di non conoscere questa grande verità, che è la fonte di ogni forma di giustizia, e della Giustizia, in generale.
I nostri problemi, economici, politici, di leadership e di credibilità internazionale, potrebbero raddrizzarsi con un semplice motto, dimenticato. Il kantiano “dovere per il dovere”, che oramai l’italiano ha scotomizzato del tutto dalla sua coscienza razionale.
Non si fa che parlare di diritti. Diritti dei bambini, delle donne, degli omosessuali, dei lavoratori. E i doveri? Dove sono finiti questi poveri dimenticati?
Non ci si ricorda più che, senza doveri, non siamo depositari di alcun diritto. E si vive, continuando a fare come se i doveri non esistessero.
Invece esistono. E sono i doveri di figlio, di padre, di madre, di marito, di moglie. E così via.
Ma nella vita sociale ce n’è uno che viene prima di tutti gli altri. Ed è il dovere di fare bene il proprio dovere.
Piuttosto che reclamare i suoi propri diritti, il lavoratore ha, prima di tutto, il dovere di eseguire l’opera che gli è stata affidata, fino in fondo. Qualunque essa sia.
La superficialità nel portare a compimento il proprio lavoro, invece, dilaga. Gli italiani sono lavativi. Essenziali. Ce lo dicono anche in Europa. E non solo i Tedeschi, noti al mondo per la loro rigidità. Ce lo ricordano i Francesi, gli Spagnoli. Tutti, indistintamente.
Vuol dire che il marcio, nel nostro paese, non si trova solo ai vertici. Non è nella mafia capitale. O, almeno, non è solo lì. Esiste anche nelle province, nei piccoli centri, negli uffici e nelle scuole delle borgate. Negli abusi delle 104.
Accade perché non ci si accontenta di fare il proprio dovere. Perché si pretende, necessariamente, un riconoscimento di altro tipo, economico o di potere aggiunto. Ed è così che si compie l’abuso, l’illecito, o, semplicemente, si finisce per trascurare il proprio impegno quotidiano.
Kant ci ha spiegato, molti anni fa, che il dovere è una virtù che è premio a se stessa. Che chi lo compie fino in fondo non ha bisogno di un riconoscimento ulteriore. Ma è sereno e appagato, per il solo fatto di averlo espletato.
Abbiamo uomini di valore esemplare, in Italia. Uomini come Falcone e Borsellino, che hanno detto “no” alla mafia, e ci hanno anche rimesso la vita. Altro che premi!
Eppure, quando non si fa il proprio dovere fino in fondo, già si sta collaborando con certi poteri occulti, che nuocciono alla società e al mondo.
La mafia, la camorra, la ‘ndrangheta, sono la risposta criminale di chi vorrebbe organizzare uno stato illecito da opporre allo Stato legalmente riconosciuto.
Questo dovremmo capirlo noi adulti, per trasmetterlo chiaramente ai giovani, che sono i pilastri del nostro futuro.

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