Apocalissi culturali e magia
La condizione patologica di malattia dipende dall’esistere dell’esser(ci),
dallo stato di malattia della mente, e dalla miseria psicologica delle
genti del sud, che inorridiscono al solo paventarsi del loro scomparire
dalla scena della Storia.
Per tutte queste condizioni vi sono, in
ogni caso, degli antidoti entro i mondi possibili, atti ad esorcizzare
le apocalissi dell’umanità.
Uscendo dalla natura, e dal suo mondo
governato da leggi esatte e perfette, che gli esseri umani non possono
modificare, vi è il mondo della cultura, che offre un argine ed un
riparo sicuro all’angoscia esistenziale.
La cultura, la scienza,
il sapere, in generale, hanno costituito da sempre quei mondi
alternativi possibili come scenari di vita e di comparsa storica, in cui
gli esseri umani avrebbero potuto diventare i protagonisti consapevoli
del cambiamento e dell’azione cosciente.
In mondi meno evoluti, la stessa funzione della cultura è stata espletata dalle religioni. Esse
hanno da sempre rappresentato un porto sicuro per tutte le umane
incertezze, offrendo appagamento a quei bisogni di ordine e di
protezione, oltre che di sicurezza, secondari ai bisogni primari di
mangiare, bere e dormire, che garantiscono la sopravvivenza e, con
l’istinto sessuale, la prosecuzione della specie.
In mondi popolati dalla paura del futuro,
dalla povertà estrema, dalla carenza di spiegazioni razionali e
ragionevoli, esiste un’altra tecnica, quella della magia, che sopperisce, attraverso la superstizione e il pregiudizio alla mancanza di fede e di cultura.
La magia da sempre ha rappresentato una
strategia di difesa dalle forze oscure del male di cui si sentivano
circondati i popoli primitivi, non essendo ancora in grado di spiegarsi
la realtà attraverso l’uso di strumenti razionali, e non avendo ancora
maturato quelle conoscenze scientifiche che ci consentono, attualmente,
di spiegarci il mondo e la realtà.
La magia è perciò l’antidoto contro la malattia e la morte, contro il rischio della presenza, contro la crisi delle apocalissi culturali, contro la paura di perdersi e di non ritrovarsi più in nessun mondo possibile.
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