Ideologia Gender
“Omofobia è l’etichetta in voga
con cui si mette a tacere chi osa ancora pensare che esistano uomini e donne e
che, pur essendo infiniti gli orientamenti sessuali, due soltanto siano i sessi
esistenti. Condannati come omofobici, infatti, non sono soltanto coloro che
usano violenza (in questo caso, naturalmente, è giusta la piena condanna dei
violenti, come del resto è giusto condannare e punire ogni violenza), ma anche
quanti pensano che, come poc’anzi dicevo, per natura i sessi esistenti siano
due.
l’ideologia mondialista gender
mira alla creazione e all’esportazione di un nuovo modello antropologico,
pienamente funzionale al capitalismo dilagante: l’individuo senza identità,
isolato, infinitamente manipolabile, senza spessore culturale, puro prodotto
delle strategie della manipolazione. L’ideologia mondialista gender –
appoggiata da tutti i poteri forti – fa ampio uso della “rielaborazione del
linguaggio comune” : non si può più dire sesso, ma solo genere; non si può più
dire padre e madre, ma genitore 1 e 2. Orwellianamente, la creazione della
neolingua è funzionale alla desertificazione del pensiero e alla possibilità di
immaginare realtà altre rispetto a quella propagandata urbi et orbi dall’ordine
simbolico dominante.
La famiglia odierna, quando ancora
esista, è disordinata e stratificata, priva di un nucleo e strutturata secondo
le forme più eteroclite: dalle gravidanze affidate a una persona esterna alla
coppia alle adozioni nelle coppie omosessuali, dalle separazioni sempre
crescenti all’inseminazione artificiale. Il fanatismo economico aspira a
distruggere la famiglia, giacché essa – Aristotele docet – costituisce la prima
forma di comunità ed è la prova che suffraga l’essenza naturaliter comunitaria
dell’uomo. Il capitale vuole vedere ovunque atomi di consumo, annientando ogni
forma di comunità solidale estranea al nesso mercantile. L’ideologia gender si
inscrive appunto in questa dinamica”. (cit. Diego Fusaro in http://www.lospiffero.com/crona…/ideologia-unisex-17782.html).
Sono pienamente d’accordo con
Fusaro su quanto scritto e affermato da lui in questo articolo. Una cosa è il
rispetto degli orientamenti sessuali di ciascun essere umano. Altra cosa è,
invece, pretendere di dover appiattire la sessualità biologica ad un fatto
culturale. Maschio e femmina sono diversi. La loro sessualità è diversa. E in
maniera differente viene vissuta. La donna si completa nella maternità. L’uomo
nella paternità, che è un ruolo molto più sociale e molto meno biologico di
quello femminile, perché la donna si sente “mamma” istintivamente. Se nessun
uomo è in grado di portare a termine una gravidanza, di allattare i suoi figli,
un motivo “naturale” pure ci sarà. E la differenza tra i ruoli genitoriali, in
seno alla famiglia, parte proprio da qui. Detto questo, riconosciamo che sia
possibile l’amore omosessuale, che non può però in alcun modo interferire sui
ruoli biologici del padre e della madre nella famiglia “naturale”. Credo che si
stia facendo un po’ di confusione in nome di diritti all’amore che nessuno
vuole discutere, ma che non legittimano ad annullare le differenze “visibili”
tra uomo e donna, che permangono, nonostante tutto, anche negli omosessuali
(altra cosa sono, infatti, i transessuali, e non vanno con loro confusi). In
nome di queste differenze non sono affatto d’accordo che l’educazione sessuale
venga fatta, nelle scuole, a partire da una prospettiva gender, che
pretenderebbe di annullare, appunto, queste differenze.
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