L'Essere come evento
L’Essere come evento, l’erlebnis, è ciò
che accade. Ma ciò che accade può essere descritto attraverso il
linguaggio, nelle parole. E le parole sono soltanto una mera
rappresentazione dell’Essere in quanto tale. Perché il linguaggio, la
casa dell’Essere, non è l’Essere, ma dice l’Essere.
La differenza tra l’Essere in quanto tale
ed il linguaggio che se lo rappresenta, segna, in Heidegger, la
differenza ontologica con l’ente.
Abbiamo un mondo fatto di parole, alle quali corrispondono i nostri pensieri, le idee che possediamo sul mondo.
Senza questo universo mentale ci sarebbe quasi del tutto impossibile vivere, ed orientarci.
Il linguaggio è il nostro modo di ordinare il mondo, l’ambiente che abbiamo, e portiamo, “alla mano”.
Le parole sono il nostro modo di agire sul mondo. Perché lo ordinano e ce lo mettono a disposizione.
Ad ogni modo è necessario aver sempre
chiara la consapevolezza di questa inadempienza del mondo ideale, che
non riesce a coprire del tutto la distanza ontologica tra l’Essere e gli
enti, le cose.
Perché cose sono anche le parole stesse che adoperiamo per indicare gli enti, nel rappresentarci l’Essere.
Il disvelamento del quale, però, non è
mai assoluto. Perché, per quanto le parole possano raccontare, e dire,
l’Essere, esse non saranno mai totalmente comprensive dell’Essere
stesso.
Questo è il limite umano nella sua capacità di adeguarsi alla realtà.
Accettarlo vuol dire non impazzire, per perdersi dietro a ciò che non ci è dato di conoscere, e sapere.
La verità è nel suo mistero.
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